Odon SM

Martina Agarici

La Fisioterapia ai tempi del Covid

 

Appena nominiamo la parola Covid19 pensiamo subito all'indossare la mascherina, stare lontani e non toccarci. Il Covid ci impone il distanziamento sociale, perciò è inutile dire che anche la Fisioterapia è stata duramente coinvolta, in particolar modo nei primi mesi. Ma grazie a questa situazione, mi sono nate certe riflessioni sulla natura intima della nostra professione, sulle potenzialità della nostra figura, anche in relazione al paziente affetto da Covid e nei suoi postumi, e sull'importanza del contatto, non solo fisico, ma anche visivo e di ascolto verso il paziente.


Nei mesi di Lookdown si sono rivelati utilissimi gli strumenti tecnologici, per  offrire un pò di supporto ai nostri pazienti..ricordo qualche valutazione e dimostrazione di esercizi tramite videochiamata, rigorosamente in tuta e con l'impasto della pizza che lievitava sullo sfondo.. In alcuni paesi, già è diventata una parte del lavoro quotidiano dei fisioterapisti e un vero e proprio servizio offerto ai pazienti. Nella vita frenetica, nelle grandi città, e ovviamente in queste situazioni di quarantene o chiusure, a volte una consulenza e un "trattamento"(si può dire più un supporto od una guida) senza doversi muovere di casa può essere molto utile. Inevitabilmente ha dei limiti: non possiamo intervenire direttamente sul paziente, il tocco delle nostre mani viene meno e non c'è quella vicinanza spaziale che aiuta a creare un clima di relazione ed empatia. Tuttavia possiamo valutare abbastanza bene la situazione del paziente, attraverso la richiesta di movimenti, oltrechè al dialogo e al contatto visivo e possiamo aiutarlo attraverso l'indicazione di posture o esercizi, che mostriamo e facciamo insieme. 

Almeno per quanto mi riguarda, mi ha fatto migliorare su numerosi aspetti, in particolare sulla chiarezza e sull'accuratezza che devono avere certe domande poste al paziente, che sempre guidano il Fisioterapista nel processo del ragionamento clinico e della diagnosi fisioterapica. E' inevitabile ovviamente, che quando a metà maggio, abbiamo ripreso a lavorare, ho sentito che mi era proprio mancata quella relazione e quel contatto che si trasforma in presa in carico di una persona. 


Negli ultimi anni ha preso piede nel campo della Fisioterapia, il modus operandi così detto "hands off", cioè trattare senza toccare, quindi svolto prevalentemente tramite guide verbali e indicazioni. Non mi trovo molto in accordo con questa posizione, o meglio non credo si possa applicare sempre. E' vero che in ambito ortopedico, si debba introdurre più un approccio attivo, di quanto tendenzialmente si faceva in terapia manuale, ma questo non può sostituire l'azione delle nostre mani, che possono interagire con il corpo, provocare una sensazione e fornire una guida durante il movimento. 

Quindi grazie alle norme igieniche e ai dispositivi di protezione, abbiamo ripreso a lavorare in sicurezza

In relazione al Covid la nostra professione ha fornito in questi mesi e sta fornendo tuttora un prezioso supporto. Mi riferisco al lavoro dei colleghi nei reparti critici degli ospedali, in cui si occupano ad esempio delle posture dei pazienti allettati e intubati, per permettergli di ventilare meglio coi polmoni e di prevenire le piaghe da decubito. E anche al recupero della mobilità e della forza che sono state incredibilmente ridotte in quei pazienti che sono rimasti intubati per settimane e fermi a letto per mesi.

Un elemento di cui non possiamo più fare a meno, quando siamo vicino ad una persona è ovviamente la mascherina, che per quanto sia inevitabile e fondamentale, a livello di approccio e comunicazione, ci limita nell'espressione, ci “spezza” il viso e il contatto si riduce quasi unicamente allo sguardo. Per un fisioterapista è importante non solo valutare il distretto corporeo che crea un problema al paziente, ma anche capire la persona che ha davanti, le sue emozioni, il suo carattere, per entrare in sintonia, creare un'alleanza terapeutica e poterlo aiutare al meglio. E lo è anche per il paziente vedere il volto del proprio fisioterapista, soprattutto se lo incontra per la prima volta! 

Le emozioni sono rivelate da tante micro espressioni, che vengono eseguite da tutte le parti del viso, invece adesso abbiamo imparato ad affidarci quasi soltanto agli occhi e al loro contorno (sopracciglia, fronte..). Nel comprendere le sensazioni di un paziente che ci sta parlando del suo problema, soprattutto se è poi la prima volta che lo vediamo, è molto importante osservare tutto quell'insieme di atteggiamenti non verbali che possono rinforzare quello che sta dicendo, contraddirlo, farci capire se è preoccupato, se è timoroso, quanto sia sofferente, se capisce bene ciò che gli diciamo..


Si potrebbe parlare per ore di questo momento storico che stiamo vivendo, di tutti i cambiamenti che abbiamo dovuto apportare alla nostra vita e al nostro lavoro e delle prove a cui siamo sottoposti. In alcuni casi abbiamo dovuto cambiare le nostre posture lavorative, basti pensare agli studenti obbligati a molte più ore al Pc, o a chi come noi che si è dovuto abituare a lavorare con la mascherina, che influenza i movimenti della bocca e del collo e limita la respirazione.

I livelli di stress e sofferenza sono saliti alle stelle, e questo lo vediamo molto nei nostri pazienti, perchè sappiamo bene di quanto lo stress influenzi negativamente anche i problemi e i dolori corporei.  
Nella speranza che tutto ciò passi presto, noi fisioterapisti continuiamo a impegnarci nell' offrire tutta la nostra professionalità lavorativa, nel rispetto delle norme di sicurezza